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I Viaggi in Africa
Nel primo viaggio di Cipriani in Africa, da aprile al novembre 1927, il principale obiettivo fu lo Zululand (attuale Kwa Zulu -
Nel Novembre 1928 Cipriani tornò in Africa meridionale, con una spedizione nuovamente organizzata e finanziata dal Comandante Gatti, e vi rimase fino al maggio 1930. Durante questo viaggio, si fermò a lungo nella zona del Kafue (Zambia), dove compì numerose ricerche relative alle popolazioni di quella zona. Inoltre effettuò raccolte zoologiche, etnografiche e paletnologiche; queste ultime costituirono oggetto di studio da parte di specialisti dell'epoca. Attenzione particolare fu rivolta da Cipriani alle antiche pitture ed incisioni rupestri e alle rovine della civiltà di Zimbabwe, alle quali in seguito avrebbe dedicato un volume che rappresenta un interessante contributo alla conoscenza di tale civiltà. Tra il settembre 1929 e l'aprile 1930 le sue ricerche si concentrarono sullo studio antropologico delle popolazioni Baila e Batonga dell'attuale Zambia. Tali ricerche, insieme a quelle sulle popolazioni Zulu, per l'accuratezza e la ricchezza delle informazioni, costituiscono tuttora un punto di riferimento per lo studio delle popolazioni dell'Africa meridionale e della loro evoluzione demografica.
Il suo terzo viaggio in Africa si svolse tra giugno e dicembre 1930 e fu organizzato completamente da Cipriani stesso. Dei viaggi in Africa meridionale certamente fu questo il più fruttuoso per l'importanza e la vastità delle raccolte effettuate. Lo scopo principale del viaggio era lo studio delle popolazioni di Boscimani che vivevano, e vivono tuttora, ai margini del deserto del Kalahari. I Boscimani rappresentano una delle più antiche popolazioni dell'Africa, e sono oggi ridotti a poche migliaia di individui. Da Città del Capo la spedizione si diresse in Namibia, attraversandola in lungo e in largo fino alla parte settentrionale, alle paludi dell'Etosha, dove vivevano alcune popolazioni di Boscimani. Cipriani raccolse numerosi dati antropometrici e effettuò raccolte di materiale etnografico. Dal nord della Namibia attraversò il deserto del Kalahari per giungere a Livingstone (Zambia). Da Livingstone si diresse verso il Congo (Repubblica Democratica del Congo) e qui discese l'omonimo fiume fino a Stanleyville (attuale Kisangani). Spintosi poi ad est nelle regioni dell’Alto Uele e dell'Ituri, si dedicò allo studio di un'altra popolazione molto interessante, quella dei Pigmei Mbuti. I suoi studi sui Pigmei si affiancarono a quelli effettuati da Henri Trilles, da Martin Gusinde e da Paul Schebesta pochi anni prima. L'enorme quantità di materiali raccolti venne donata da Cipriani al Museo Nazionale di Antropologia ed Etnologia di Firenze (ora Museo di Storia Naturale -
Nel 1932, tra settembre e dicembre, Cipriani tornò di nuovo in Africa, come membro della prima missione di ricerche scientifiche nel Fezzan (Libia) con l'incarico di indagini antropologiche ed etnografiche sui Tuareg, i Tebu, i Dauda, e lo studio della preistoria sahariana. Il risultato di questa missione furono più di 2000 fotografie e 40 casse di materiali, comprendenti utensili litici preistorici, modelli facciali in gesso, resti scheletrici umani e campioni botanici e zoologici. Nell'ottobre del 1935 Vittorio Emanuele III lo nominò cavaliere dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia per i suoi meriti scientifici. Nel gennaio 1937 fu uno dei membri della prima "Missione della Reale Accademia d'Italia in Africa Orientale Italiana" nella regione del lago Tana, sotto la direzione di Giotto Dainelli. Qui condusse una serie di ricerche sulle popolazioni dei Baria, dei Cunama e dei Beni-